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STIGGHIOLA

Un denso fumo che si eleva da una griglia, un odore piccante e stregante, richiama i frequentatori di uno strano individuo “ù stigghiularu”, li ad armeggiare con una bottiglia che cosparge acqua per attenuare il fuoco, uno spiedino ha qualcosa infilzato a mò di serpente è la “stigghiola”, interiora di vitello o capretto o agnello intrecciate con cipolla scalogno che li rendono uniti e li profumano.
La loro cottura è un’arte, esse non devono perdere il preziosissimo grasso interno che il fuoco fonde e lo rende cremoso, e non debbono essere bruciate, l’abbrustolimento deve essere dolce e lento.
Alla fine staccata dallo spiedo con maestria verrà tagliata a pezzi e gustata con una manciata di sale e limone in abbondanza.
Quella di cucinare alla brace per i palermitani è una grande passione, e la grigliata appartiene ai giorni di festa che casualmente si presentano con il periodo della primavera e con le belle giornate all’aria aperta, la stigghiola è un avvezzo per non perdere questo piacere.


Una curiosità “linguistica”: nel dialetto siciliano “stigghiola” è detto di un uomo alto e sciocco (dall’antico tedesco “stihhl” e francese “esteil” = palo, pertica).


 


Alessandro, uno dei nostri collaboratori, mentre le prepara!!!





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